Sul significato della maglietta di sicurezza, nei primi anni 90 la gente non ha le idee chiare. Ce le hanno invece chiarissime gli studiosi di psicologia sociale e i ricercatori di sociologia che operano nelle università più prestigiose, riconoscono immediatamente l’importanza dell’esperimento di Ciaravolo, e la sua (dell’esperimento, e di Ciaravolo) genialità. Di qui gli inviti a convegni e tavole rotonde, e la continua richiesta di tenere seminari e conferenze sulle sue scoperte e interventi sulle più autorevoli riviste scientifiche. Gli esperti di marketing e i pubblicitari, i comunicatori arrivano in seconda battuta: ma quando arrivano, aprono a Claudio Ciaravolo un enorme mercato come consulente per le tante aziende che hanno un gran bisogno di liberarsi di storie negative che circolano sul loro conto. E che prima che scendesse in campo Ciaravolo non sapevano a che santo votarsi.
Il fenomeno-maglietta di sicurezza produce degli altri effetti interessanti; grazie alla maglietta, il termine e il concetto di “leggenda metropolitana” entrano sempre più nelle teste e nei discorsi degli italiani. E non solo.
Cominciano inoltre a comparire molti libri sulle leggende. Il boom editoriale arriva qualche anno dopo, e si rafforza con l’affermarsi di internet, che amplifica enormemente la diffusione delle leggende: grazie all’e-mail, basta un click per far arrivare una leggenda a un numero incredibile di persone. Diffondendosi ancor più velocemente. A questo punto la formulazione di Ciaravolo, che a proposito delle leggende parla di “diffusione virale”, sembra più appropriata che mai, e quest’espressione comincia ad avere anch’essa una diffusione virale, cioè velocissima, e molto estesa.
Nel 2000 la maglietta di sicurezza torna a far parlare di sé grazie a Ciaravolo Claudio, che la utilizza in Italia come testimonial di un’innovativa campagna del ministero dei lavori pubblici, per raccomandare l’uso delle cinture di sicurezza. Successivamente questa campagna verrà effettuata anche in altri paesi.
Oggi la maglietta di sicurezza è un oggetto polisemico: è nello stesso tempo il simbolo della creatività artistica, della genialità napoletana, e delle leggende metropolitane, per le quali, nell’immaginario della gente, ha preso il posto del coccodrillo bianco nelle fogne di NY.